Convulsioni
NEL CANE E NEL GATTO
Le convulsioni sono un’involontaria contrazione dei muscoli causata da un’anomala attività elettrica del cervello. Le convulsioni possono avere molte e differenti cause, ma l’epilessia è la causa più comune. L’epilessia è caratterizzata da una anormale attività elettrica del cervello che determina le convulsioni in maniera cronica e ricorrente.
Altre cause di convulsioni possono essere: ipoglicemia (scarso livello di zuccheri nel sangue), ingestione di tossine e veleni, malattie metaboliche congenite, squilibri ormonali, infezioni cerebrali, malattie del fegato ed altre ancora. Altra causa comune di convulsioni, soprattutto negli animali anziani, è il tumore cerebrale.
LE TERAPIE POSSIBILI
Il trattamento della convulsione è dipendente dalla causa sottostante. Se la convulsione è determinata da un basso livello di zucchero nel sangue, tale condizione va individuata e trattata in maniera specifica. A volte, per individuare la causa delle convulsioni sono necessarie molte procedure diagnostiche. In caso di infezione o tumore cerebrale, la risonanza magnetica nucleare ed il prelievo del liquido cefalorachidiano (che si effettua con una puntura spinale) possono essere d’aiuto per la diagnosi. Gli antinfiammatori ed i farmaci anticonvulsivanti son utili per la terapia delle convulsioni da tumore cerebrale.
L’epilessia si controlla adeguatamente con farmaci per uso orale e permette, nella maggioranza dei casi, una vita pressoché normale all’animale. Altre cause metaboliche o ormonali hanno bisogno di diagnosi e trattamenti specifici.
LA PROGNOSI
Nella maggior parte dei casi gli animali con convulsioni possono vivere a lungo con una buona qualità della vita, quando trattati adeguatamente. Tuttavia, quando è presente un tumore cerebrale o un’infezione, non sempre queste malattie sono curabili per cui questi animali possono avere una ridotta qualità e durata della vita. Un trattamento personalizzato può rallentare la progressione della malattia.
I SINTOMI
Quali sintomi possono accompagnarsi al progredire della malattia?